È tanto invisa l’idea di un nastro semplicemente nastro, che ogni mio controbattere è cosa vana. Ad un nastro rosso, che non è più che un semplice e bellissimo nastro rosso, si vorrebbe cancellarne identità barattandola con significati etici e sociali; soprattutto, d’attualità.
Eppure quanta vita in quel nastro! Teso, avviluppato a premere carni formando materia e chiaroscuro, a legare forme, stabilire equilibri.
Il senso? C’è forse un senso in un tramonto alpino d’inverno? Cerchiamo un senso mirando scorci di un paese arroccato? Ci immergiamo e lasciamo portare, persi in un mondo altro, lontano da codifiche e spiegazioni d’alcun genere. Il senso è la fotografia stessa, l’intimo sguardo dell’autore, la fatica, le ore di lavoro spese nel silenzio del linguaggio visivo.
Il senso è la forma. Esiste un senso formale, anelito di perpetui sogni. Ars Gratia Artis. La scrittura con la luce genera immagini, non parole.